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Pescara, la Lotteria Italia 1987 e quel miliardo gettato tra i rifiuti

Centinaia di persone si riversarono per giorni nella discarica di Fosso Grande a caccia del tagliando vincente che non fu mai ritrovato. L'incredibile vicenda di Maria D'Incalci, maestra elementare in pensione

Quest'anno la lotteria Italia ha premiato maggiormente la Campania dove sono stati assegnati i principali premi milionari, confermando una fortunata tradizione che vuole la dea bendata prediligere il territorio partenopeo. Corsi e ricorsi storici riportano alla mente la vicenda di Maria D'Incalci, una maestra elementare in pensione, originaria di Napoli ma residente a Pescara, che nel 1987 gettò in fumo (anzi, nella spazzatura, per essere precisi) il biglietto abbinato al terzo premio del valore di un miliardo di lire.

L'anziana signora, all'epoca dei fatti residente in via Palermo, si recò con la sorella Splendora in pellegrinaggio a Pompei con un gruppo di pellegrini della parrocchia di Sant'Andrea. In quella circostanza acquistò in una rivendita del posto un biglietto della lotteria nazionale al costo di 4000 lire della serie N 460490. Una combinazione che ispirò anche la giocata di un terno secco sulla ruota di Napoli.

L'estrazione del lotto non fu particolarmente fortunata, ma quei tre numeri (46, 4 e 90) restarono impressi nella mente dell'insegnante fino al fatidico giorno del 6 gennaio 1987 quando, nel corso della trasmissione "Fantastico" condotta da Pippo Baudo e Lorella Cuccarini, vennero estratti in diretta televisiva i tagliandi vincenti della lotteria Italia. Fu allora che le due sorelle si accorsero di essere diventate miliardarie, dimenticandosi però, nell'euforia del momento, di non aver conservato il biglietto fortunato.

Pochi giorni prima infatti, nel disfare il presepe, la signora Maria aveva gettato nell'immondizia un cumulo di scartoffie che conteneva anche il prezioso tagliando, senza il quale risultava impossibile riscuotere la somma a nove zeri. Presa dalla disperazione si appellò alla stampa, dichiarando di aver smarrito il biglietto abbinato al terzo premio. Una confessione che scatenò la caccia forsennata di centinaia di persone, tutte riversate per giorni nella discarica di Fosso Grande, sperando di trovare tra una montagna di rifiuti il cedolino miliardario.

La cifra restò nelle casse dell'erario dello Stato e di quel biglietto non venne recuperato nemmeno un brandello. L'anno prima, nella lotteria di Capodanno, Pescara fu baciata dalla fortuna sempre con un miliardo di vecchie lire, montepremi del primo biglietto vincente venduto in una tabaccheria di via d'Avalos. In quella occasione la somma venne regolarmente incassata da un anonimo vincitore.

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