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L'esperto di botanica professor Tammaro sul taglio degli alberi di viale Primo Vere: "Sono vivi, vitali e identitari" [FOTO]

Il docente ordinario emerito di botanica presso la facoltà di Scienze ambientali e di biotecnologia dell'università dell'Aquila è stato accompagnato in un sopralluogo da Italia Nostra parlando di "distruzione" di un patrimonio storico culturale. L'associazione incalza: "Lecci monumentali come dimostra il documento custodito nell'archivio di Stato di Pescara: sono stati piantati nel 1924"

Gli alberi di viale Primo Vere sono sani. A sostenerlo è il professor Fernando Tammaro, ordinario emerito di botanica presso la facoltà di Scienze ambientali e di biotecnologia dell'università dell'Aquila e già docente incaricato di Botanica farmaceutica a Chieti dal 1997 al 2011.

Il professore, che è anche stato promotore e responsabile fino al 2022 del Giardino dei semplici dell'università d'Annunzio, ha fatto un sopralluogo con i rappresentanti di Italia Nostra e questo è quello che, come riporta in una nota l'associazione, quanto ha affermato al termine dello stesso: “non so se le autorità dei carabinieri forestali di Pescara, a cui compete la salvaguardia della biodiversità arborea, sono stati informati dei tagli di alberi sani e ben radicati di viale Primo Vere. In particolare sono stati tagliati e si procede ancora su tamerici di memoria dannunziana e su lecci di grandi dimensioni, numerosi risalenti all'originario progetto di Antonino Liberi, 1912 – spiega -. Tali alberi sono ormai identitaria di questo viale della città, fanno bellezza e sono inseriti in un paesaggio storico-culturale, che richiama d'Annunzio, l'ingegner Liberi e i molti progettisti delle belle ville storiche che si snodano a ridosso del viale, ognuno con una targa smaltata che ne illustra epoca, progettista e caratteristiche. I lecci, su cui da qualche settimana si nota la distruzione, sono vivi e vitali – conclude -, con produzione di foglie giovani che rinnovano i rami di un verde tenero, senza evidente attacco di parassiti”.

Sì, precisa Tammaro, tre o quattro piante avrebbero problemi di parassiti, “ma hanno tronco robusto e sano con ramificazione estesa”. Dunque per “curarli” sarebbe sufficiente una potatura “nelle zone defogliate”. Di qui il suo invito ai carabinieri della biodiversità e dunque della forestale cui Italia Nostra ha già presentato un esposto, a verificare.

Le immagini del sopralluogo fatto da Italia Nosta con il professor Tammaro

Non si placa dunque la polemica sul cantiere aperto nella zona sud della città per cui dopo la denuncia dell'associazione sui tagli che si stanno facendo, era arrivata la replica dell'amministrazione che aveva riferito di interventi decisi dai tecnici perché le piante malate presenti metterebbero a rischio anche il verde sano della zona. Una risposta che però non ha convinto Italia Nostra che l'esposto, lamentando la scarsa chiarezza del progetto di riqualificazione, lo aveva fatto insieme alla sezione locale dell'Archeoclub e che ora ha voluto fare il sopralluogo con il professore per chiedere anche a lui cosa pensasse dello stato dell'arte e delle modalità con cui si sta procedendo.

Insomma la posizione di Italia Nostra resta la stessa: i lavori metterebbero a rischio sia dal punto ambientale che dal punto di vista culturale visto il contesto. Un contesto fatto da una parte dal patrimonio costituito dai villini liberty e dall'altro da quello naturale sia perché l'area è a ridosso della riserva dannunziana ed è area vincolata come già aveva avuto modo di sottolineare, sia perché quelle piante possono essere considerate, torna a ribadire, monumentali. A dimostrarlo sarebbe il documento conservato nell'Archivio di Stato di Pescara dove è custodito il documento del 1924 in cui si parla di messa a dimora di “200 elci in vaso”, ovvero i lecci. Il viale, realizzato su progetto di Antonino Liberi del 1912, sarebbe dunque sempre stato caratterizzato dalla presenza di queste piante, così come dalle tamerici di dannunziana memoria.

Assurdo per Simona Barba, componente di Italia Nostra e raggiunta da IlPescara “che si facciano festival dannunziani e poi si cancellino quei luoghi dove lui avrà magari passeggiato”.


”Viale Primo Vere è certamente uno dei viali che costruiscono la identità del rione pineta dell’intera città - scrive quindi in una nota l'associazione -. L’unicum del viale, composto dalle ville liberty e dalle alberature vetuste di varie specie che lo punteggiano elegantemente, è parte di un paesaggio storico, estetico e ambientale immediatamente riconoscibile ancora oggi nella città odierna: la città dannunziana.

Per quanto riguarda i lecci “solo in un paio di casi si sono osservati degli attacchi da parassitosi, che non compromettono la salute della pianta, che può essere facilmente migliorata e sanata attraverso le più conosciute cure colturali, tra le quali una attenta e manuale potatura dei cosiddetti “scopazzi”, i rami apicali senza foglie, per permettere una rapida ripresa dell’albero”, ribadisce Italia Nostra al termine del sopralluogo fatto con il professor Tammaro. Per questo “non si rilevano quindi criticità di tipo botanico e appare doverosa la protezione di questo viale nella sua integrità”.

“Al contrario, anche alla luce progetto che abbiamo visionato, la distruzione di tale unicità, con l’abbattimento dei lecci e delle tamerici e con l’inserimento successivo di 24 palme di tipo washintonia e altre piante alloctone, arrecherebbe quello che più si deve combattere: l’africanizzazione del nostro paesaggio. Da un paesaggio mediterraneo dove sono prevalenti proprio le tamerici, i lecci e i pini – conclude Italia Nostra -, andremmo verso questa ibridazione con interventi banali e piante da giardinetti pseudo esotici, fino a snaturarlo colpevolmente”.

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