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Attualità Riviera Sud / Viale Primo Vere

Contro il taglio degli alberi sul lungomare sud arrivano l'esposto alla forestale e la richiesta di intervento alla soprintendenza

Italia Nostra e Archeoclub si rivolgono ai carabinieri forestali denunciando carenze progettuali che solo implicitamente prevedono quei tagli che interverrebbero in modo indiscriminato in un'area vincolata. Insieme all'associazione "Ville e palazzi dannunziani" si rivolgono alla soprintendenza perché vada a vedere cosa succede e impedisca nuovi abbattimenti

Un esposto ai carabinieri forestali e una lettera inviata alla Sovrintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Chieti e Pescara per chiedere, in sostanza, di fermare l'abbattimento di lecci e tamerici sul lungomare sud dove sono iniziati i lavori di riqualificazione.

Dopo la denuncia a mezzo stampa le sezioni locali di Italia Nostra e l'Archeoclub hanno quindi deciso di rivolgersi direttamente alla forestale denunciando l'avvio di un cantiere che procederebbe in modo “improprio”, e insiem all'associazione “Ville e palazzi dannunziani” alla soprintendenza. Documenti entrambi in cui denunciano sostanzialmente carenze documentali tali da minare la tutela del patrimonio arboreo per cui degli abbattimenti non si parlerebbe esplicitamente: i tagli si evincerebbero però da diversi elementi a cominciare dal fatto che nella relazione tecnica si parla di “area verde” e non di “patrimonio arboreo”. Patrimonio che, sottolineano le associazioni, è no  solo “storico” perché gli alberi della riviera sud sarebbero monumentali sebbene e "colpevolmente" mai censiti e inseriti in un contesto urbano protetto dove ad essere storici sono anche gli edifici in stile liberty che lo costellano, ma anche sottoposti a vincolo paesaggistico e parte integrante della riserva dannunziana.

Diversi gli esemplari già tagliati, ricordano nell'esposto fatto alla forestale riferendosi ai cinque lecci e la tamerice recisi nella giornata del 10 ottobre. “Il cantiere sta avanzando velocemente, e come si evince empiricamente dal progetto – scrivono Italia Nostra e Archeoclub nell'esposto - verranno abbattute le piante di lecci e tamerici esistenti, piante sane e importanti che formano il viale storico alberato di Primo Vere, protetto in quanto area vincolata (relazione paesaggistica) Dalla lettura però della relazione tecnica non si evince alcuna descrizione dettagliata su tale abbattimento”. Anzi, proseguono, la relazione tecnica prevede “nelle nuove aree a verde la piantumazione di 24 palme del tipo Washingtonia Robusta e di circa 2mila 900 piante ornamentali a fiore perenni del tipo Gazania splendens in varie colorazioni. Si parla cioè sostanzialmente di aree a verde e non di valore arboreo, patrimonio pubblico e tutelato, in zona tutelata per valore storico e ambientale (area limitrofa riserva dannunziana e pertanto di importanza per le connessioni ecologiche per la stessa riserva)”.

Per le tre associazioni, questo quello che scrivono invece alla soprintendenza, il progetto che si sta portando avanti vuole fare del lungomare sud “un insulso giardinetto per depauperare in pochi anni quel patrimonio vegetale”. Di qui l'invito alla stessa ad effettuare dei sopralluoghi prima che si arrivi a cagionare “un danno gravissimo e irreversibile di quella parte di città”, chiedendo esplicitamente all'ente di non avallare il progetto “solo base di uno scambio di carte che  per stare a quelle conosciute, non rappresentano affatto il valore che si sta dissipando”. La speranza è che dunque si comporti come fatto, sottolineano nella missiva, su viale Regina Margherita dove l'intervento della soprintendenza, sottolineano, evitò i “tagli non necessari” consentendo la conservazione del cosiddetto “viale dei pini”.

Nell'esposto Italia Nostra e Archeoclub precisano come il progetto che si sta realizzando prevede la realizzazione di una pista ciclabile a doppia corsia sul marciapiede lato mare separata dal percorso pedonale dalla aiuole a verde e sul lato monte la realizzazione dei parcheggi. Alla luce di quanto già detto anche la nuova viabilità confermerebbe in maniera “sempre implicita e mai descrittiva, dell’abbattimento dei lecci e delle tamerici, alcune delle quali con caratteristiche tali da renderle censibili come monumentali, conferma, ripetiamo, sempre puramente implicita e non esplicitata, mancando rappresentazione grafica dello stato di fatto e rilievo degli alberi esistenti, e di quelli che verranno abbattuti”.

Le due associazioni rilevano poi come nella relazione Dnsh (Do no significant harm) del pnrr con cui si sottolinea che non bisogna arrecare “un danno significtivo” a nessuno degli obiettivi ambientali definiti dal regolamento europeo 2020-825 non sia “sufficientemente approfondita” non tenendo conto in particolare dell'articolo 9 in cui si chiede di tenere conto delle alberature mature e importanti per l'ombreggiamento. Insomma, questo ciò che si denuncia alla forestale, i lavori in corso su viale Primo Vere nel progetto e nelle relazioni non descrivono in modo “congruo e dettagliato” né gli interventi che si stanno facendo sugli alberi, né tengono conto delle determinazioni europee in termini di lotta al cambiamento climatico.

Alla soprintendenza Italia Nostra, Archecoclub e l'associazione “Ville e palazzi dannunziani” raccordano quindi come la zona dove si sta intervenendo “oltre all’impianto fondativo di Antonino Liberi e la diffusa qualità edilizia delle costruzioni esistenti (...) si caratterizza per una importante dotazione vegetale che ne è componente decisiva, integrando mirabilmente l’alberatura dei viali a quella dei giardini e, soprattutto, ponendosi come naturale completamento e protezione della pineta D’Avalos, ora riserva regionale” Pineta Dannunziana”. Pini d’Aleppo e marittimi, lecci, tamerici con esemplari monumentali (colpevolmente non censiti ma che sono lì a pretendere la loro protezione) determinano un sapiente corredo arboreo del quartiere che ha un proprio valore in quanto formazione storica”. Nel riferire anche a questa quelle che sarebbero le carenze progettuali dove di tagli non si parla se non implicitamente, all'ente ricordano che la zona “è oggetto di provvedimento di tutela indiretta della commissione regionale per il patrimonio culturale dell'Abruzzo”, che “fa parte dell'areale di contesto e protezione della riserva” e che la pinetina litoranea interessata dal progetto che va da Fosso Vallelunga verso sud per 80 metri “costituiste il comparto 'località Valllelunga' della riserva nazionale statale Santa Filomena istituita nel 1977”.

Se dunque alla forestale si chiede di fare tutte le verifiche del caso, alla soprintendenza si chiede un intervento deciso per fermare il taglio degli alberi sul lungomare sud. “Chiediamo – conclude la lettera inviata - che siano i progetti ad adeguarsi allo stato dei luoghi ed alle loro preesistenze; non può un contesto storico piegarsi all’arbitrio di una sommaria progettazione.
 Chiediamo a codesta Sovrintendenza di fermare l’abbattimento indiscriminato e dettare le prescrizioni minime per la conservazione dei caratteri originali del sito”.

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