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Suicidio in carcere, interviene la Camera penale: "Sul sovraffollamento intollerabile indifferenza delle istituzioni"

Dopo la tragica morte di un detenuto impiccatosi in cella intervengono gli avvocati penalisti che chiedono interventi risolutivi e in consiglio passa la mozione Lega con cui si impegnano sindaco e giunta a sollecitare il ministero della giustizia a garantire più personale e non solo

“La politica del 'carcere ad ogni costo' e del 'tutti dentro' non solo non è la migliore ma è la meno conforme ai principi costituzionali sulla pena. Gli avvocati penalisti pescaresi non possono che denunciare ancora una volta l'inerzia del parlamento, del governo e dell'amministrazione penitenziaria, dinanzi all'attuale situazione di degrado e di inefficienza che coinvolge l'esecuzione della pena, ribadendo che in carcere vanno immediatamente potenziare le strutture sanitarie e vanno concretamente effettuati i trattamenti individualizzati dei detenuti, i soli che possono scongiurare gesti estremi da parte di persone affidate allo Stato per l'esecuzione della pena”.
Duro l'intervento del consiglio direttivo della Camera penale di Pescara che con queste parole commenta il suicidio avvenuto nel carcere di San Donato avvenuto a pochi giorni, sottolinea nella nota diffusa, dal tentativo fallito di un altro detenuto che si è dato fuoco. 
“L'ennesimo gesto estremo - si legge ancora -  è la conseguenza dell'insopportabile sovraffollamento, dell'altissima presenza di detenuti con patologie psichiatriche aggravate dalla carenza di personale penitenziario, medico ed infermieristico oltre che a mancanze strutturali che costringono i detenuti a non poter attivare percorsi finalizzati al reinserimento sociale”.
“La Camera penale di Pescara chiede fortemente l'intervento urgente di tutte le istituzioni amministrative, politiche e giudiziarie, per risolvere le cause di questo drammatico problema che – conclude la nota -, nonostante le numerose denunce e segnalazioni, resta in una situazione di generale quanto intollerabile indifferenza”.

Approvata in consiglio comunale la mozione con cui la Lega chiede un impegno concreto a sindaco e giunta perché si trovino soluzioni

La notizia del suicidio ha scosso anche la politica. Nel corso della seduta del consiglio comunale del 31 maggio infatti, è stata votata all'unanimità la mozione presentata dai consiglieri della Lega con cui si chiede al sindaco e alla giunta di sollecitare il ministro della giustizia perché le problematiche che interessando il carcere di San Donato vengano affrontate. Questo vuol dire assicurare un maggior numero di personale, rudurre il numero dei detenuti e far sì che quelli tra questi che soffrono di patologie psichiatriche che “dimostrano particolare aggressività e propensione alla rivolta”, scrivono, vengano trasferiti in strutture idonee.

Un impegno concreto che si chiede venga assunto da chi guida Palazzo di Città dato che gli appelli lanciati dai sindacati non sono stati fino ad oggi raccolti e che comunque, si legge ancora nella mozione, “se pur non si conoscono i motivi del gesto estremo, una persona che perde la vita durante la detenzione rappresenta una sconfitta per lo Stato e per tutti i cittadini e ciò soprattutto quando, come nell'episodio di cui si tratta, il personale ha tentato tutto il possibile per evitarlo”.

Appelli con cui si è sempre denunciato, ricordano, che gli agenti penitenziari sono troppo pochi e costretti a turni massacranti, che la chiusura degli ospedali psichiatrici ha portato molti dei detenuti che patologie le hanno proprio nella casa circondariale e che a mancare è anche il personale sanitario.

L'occasione per sottolineare come gli stessi sindacati ormai da mesi denuncino la gravità della situazione che si vive nel carcere della città e dovuta anche alla scelta, si precisa, di accorpare il provveditorato regionale all'amministrazione penitenziaria di Abruzzo e Molise a quello del Lazio e quindi “agli uffici romani anch'essi in sofferenza di personale” e che per questo, proseguono i consiglieri della Lega, “non riescono a gestire le criticità regionali che prima venivano affrontate con maggiore efficacia a livello locale”.

A sottoscrivere la mozione sono stati tutti gli esponenti del Carroccio e cioè Massimo Pastore Marcello Antonelli (presidente del consiglio comunale), Maria Luigia Montopolino, Salvatore Di pino, Armando Foschi, Andrea Salvati e Amedeo Volpe.

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