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Domenica, 28 Aprile 2024
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Ruspe tra le dune protette davanti alla Madonnina, la Stazione ornitologica abruzzese: "Ci cascano le braccia" [FOTO-VIDEO]

L'associazione interviene sui lavori in corso per consentire i fuochi di Sant'Andrea lamentando la distruzione di un vero e proprio patrimonio grazie ad un esposto fatto proprio dalla Soa oltre dieci anni fa

“In tutto il mondo si preme per restaurare la natura e tutelare la biodiversità. L'Ispra, il massimo organo scientifico dello stato in materia ambientale, scrive dossier su dossier sull'importanza delle dune, che pure è evidenziata fin nei testi delle scuole dell'obbligo. A Pescara invece sulle dune ricostituite faticosamente in un decennio ci passano con le ruspe e il piede della duna viene sbancato per piazzare le batterie dei fuochi d'artificio per la festa. Che dire? Ci cascano letteralmente le braccia anche perché un conto è sacrificare qualcosa per la ferrovia Roma-Pescara, per dire; altro intervenire così per i fuochi di una notte che tra l'altro sono fonte di rumore ed emissioni e potrebbero essere sostituiti dagli affascinanti spettacoli di luci con i droni”.

I lavori in corso nell'area del parco delle dune della Madonnina (foto Soa)

Questo il caustico commento del presidente della Soa (Stazione ornitologica abruzzese) Massimo Pellegrini, laureato in scienze naturali e autore di decine di testi sulla biodiversità, abruzzese a quanto sta accadendo sulla spiaggia antistante la Madonnina dove c'è il parco dunale e dove si sta sbancando per consentire lo spettacolo pirotecnico di Sant'Andrea.

“Alla Madonnina la duna è nata grazie a un mio esposto di oltre dieci anni fa – ricorda quindi il consigliere Soa Augusto De Sanctis -. Il professor Fabio Conti dell'università di Camerino ha accertato la ricolonizzazione di decine di piante della duna, alcune rarissime. Abbiamo visto che hanno mantenuto qualche arbusto perché evidentemente non si arriva a comprendere che la duna pioniera è costituita principalmente da piante erbacee. Eppure – conclude - appare un concetto semplice, quello di tutelare l'ambiente dunale, non pare così difficile da comprendere”.

Sulla vicenda sono intervenute anche Italia Nostra e il Wwf con quest'ultimo che ha presentato un esposto perché si fermino i lavori e si verifichi l'eventuale violazione dell'ordinanza dell'Autorità portuale che espressamente vietava l'ingresso delle ruspe all'interno dell'area dunale. Cosa che, anche se non fosse avvenuta, per tutte le associazioni non cambierebbe lo stato dei fatti. Per loro il danno è comunque ormai fatto.

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