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Domenica, 28 Aprile 2024
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Odoardi (empc) sull'inquinamento dell'aria: "Nessuna reale soluzione, si lavori all'Agenzia per la mobilità pensata nel 2018"

L'esperto di mobilità ciclistica interviene sul problema del superamento dei limiti delle polveri sottili, lamentando come non vi sarebbe ad oggi nessun reale progetto realizzato o prospettato per ridurre la presenza delle auto in città, a Pescara così come in tutte le realtà vicine: la proposta è quella di far partire il progetto Arta del 2018 cui aderirono alla fine solo il capoluogo adriatico e Francavilla

Per ridurre l'inquinamento dell'aria in città sarebbe il caso per l'esperto promotore di mobilità ciclistica (empc) Giancarlo Odoardi, dare seguito a quanto previsto dal protocollo d'intesa sottoscritto nel 2018, e quindi sei anni fa, su sollecitazione dell'Arta (Agenzia regionale tutela dell'ambiente) così che venga istituita un'Agenzia per la mobilità di area vasta che coinvolga cioè tutti i comuni che la sottoscrissero.

Una proposta che arriva alla luce dei dati sulla qualità dell'aria che seppur migliorati, nelle ultime settimane sono stati sostanzialmente negativi. Quel protocllo prevedeva nello specifico lam “Istituzione di una associazione di comuni abruzzesi del Medio Adriatico al fine di predisporre misure atte alla riduzione dell’inquinamento atmosferico in ambito locale attraverso politiche di mobilità sostenibile di area vasta”. Ad aderire dovevano essere Pescara, Montesilvano, Spoltore (le tre città che dovranno fondersi nella Nuova Pescara), Città Sant’Angelo, San Giovanni Teatino e Francavilla al Mare con la previsione di adesione anche di Chieti, Ortona e Silvi. Propio l'Agenzia era l'obiettivo iniziale, ricorda Odoardi. Una realtà che si sarebbe dovuta dotare di un univoco Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums), un Piano generale del traffico (Pgt), altri documenti di corredo, come il Biciplan, e anche un Mobility Manager di robusto riferimento operativo, con un idoneo Piano spostamenti casa lavoro (Pscl).

“All’epoca – sottolinea quindi l'esperto – furono però solo i Comuni di Pescara e Francavilla sottoscrissero il protocollo e del progetto, nel disinteresse diffuso, non se ne fece più nulla”. Oggi, insomma, andrebbe tirato fuori dal cassetto e realizzato.

Nel rimarcare come il problema del superamento dei limiti di inquinamento dell'aria sembri un problema cui non si riesca venire a capo, Odoardi lamenta come non si “percepisca, anche in un tempo dilatato, alcun serio intervento di riduzione delle cause che determinano questa condizione, in parte legata alla stabilità atmosferica di alta pressione che ne acutizza gli effetti”.

“Con variazioni locali, in tutte le città l’inquinamento nonché l’emissione di gas climalteranti risultano a carico del trasporto stradale, soprattutto automobilistico (dal 30 al 60 per cento del totale secondo campagna Clean Cities). Nella nostra città – aggiunge parlando di Pescara - e come in tante altre d’altronde, la bulimia di parcheggi per auto, condizione patologica diffusamente riconosciuta in tanti studi, è stata al contrario spesso assecondata come un fatto fisiologicamente sano, anzi necessario per soddisfare esigenze commerciali, lavorative e di svago. Testimonianza ne sono l’ampio parcheggio nel pieno centro della città, quelli di ordinaria emergenza allestiti periodicamente sulla strada parco, e tanti altri individuati dove si libera utile spazio pubblico (piazzette, adiacenze di mercati e così via)”.

“Lungo viale Bovio e la Nazionale Adriatica nord, si potrebbe dire fino Montesilvano, due vie assolutamente commerciali e zeppe di servizi, e che avrebbero bisogno di un efficiente trasporto pubblico di 'prossimità' e quindi non remoto, non è mai stato fatto, da decenni, alcun tentativo di mitigare la presenza delle auto, e conseguentemente ridurre la loro innegabile e pesante impronta ambientale, arrecando per tutta la lunghezza dell’asse viario e dintorni un danno ambientale, economico e sociale diffuso”, chiosa.

Lavorando quindi in tempo su quella proposta finita nel nulla e “con maggiore lungimiranza e senso pratico, tutti i comuni coinvolti dalla condizione di sofferenza richiamata oggi avrebbero forse un servizio di trasporto pubblico efficiente e di assoluta 'prossimità-vicinanza' rispetto alle esigenze degli esercizi commerciali, ma anche dei luoghi di lavoro e di residenza, che ne hanno spiccata necessità. Forse – conclude Odoardi - avrebbero una rete ciclo viaria diffusa e completa, capace di raggiungere agevolmente e in sicurezza qualsiasi destinazione, oltre che uno spazio pubblico più accogliente per lo spostamento dei pedoni e per la vita dei cittadini, con più verde e spazi per la socialità e lo svago. Ma al momento così non è”.

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