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Domenica, 28 Aprile 2024
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Gli aironi guardabuoi hanno scelto l'oasi Wwf Lago di Penne per far nascere i loro piccoli: è la prima volta

Una bellissima sorpresa quella fatta nella riserva regionale nella settimana di Ferragosto: oltre 40 i nidi e 50 piccoli pennuti quelli individuati e fotografati

Una bellissima scoperta quella fatta nella riserva regionale e oasi Wwf “Lago di Penne”. Per la prima volta è stata individuata una colonia nidificatrice di arioni guarduabuoi. Una prima volta per tutto l'Abruzzo. È la stessa associazione a riferirlo con soddisfazione.

Sebbene la sua presenza sia cresciuta sul territorio, siti riproduttivi non erano mai stati individuati e invece, proprio nella settimana di Ferragosto durante un'escursione il direttore dell'area protetta Fernando Di Fabrizio, il presidente del Wwf Italia Luciano Di Tizio e la responsabile del Wwf Chieti-Pescara Nicoletta Di Francesco si sono trovati davanti la bella sorpresa.

Il nido è stato individuato all'interno di un fitto saliceto semisommerso dal quale provenivano i versi dei piccoli. Solo il giorno dopo Roberto Delle Monache, Fernando Di Fabrizio, Giuseppe Di Bernardo e il fotografo Roberto Mazzagatti hanno verificato la segnalazione realizzando anche una serie di spettacolari immagini.

Sono stati censiti oltre 40 nidi con una cinquantina di piccoli chiassosi che richiedono continuamente cibo. L’area, oltre che dagli aironi guardabuoi, è popolata anche da Nitticore, da alcune coppie di Garzette e da diversi individui di Marangone minore.

Aironi guardabuoi adulti sul lago di Penne (foto R. Mazzagatti)-2

Un importante scoperta non a caso avvenuta in uno dei tanti santuari per la biodiversità presenti in Italia, dove chiunque ne abbia voglia può osservare la fauna selvatica in un ambiente protetto. “Nella natura – dichiara Di Fabrizio Di Fabrizio - ci sono sempre sorprese che ci attendono. Quello offerto dalla nutrita colonia di aironi guardabuoi è uno spettacolo che si ripete dopo tanti anni: già nel 1984, sempre nel Lago di Penne, venne accertata la prima nidificazione della Nitticora in Abruzzo”.

Nel 2020 la Riserva di Penne aveva prodotto inoltre il documentario “Le sentinelle dei campi” interamente dedicato proprio all’airone guardabuoi. Gli autori Fernando Di Fabrizio, Alessandro Di Federico e Roberto Mazzagatti non erano però riusciti a individuare nell’area vestina né in altre aree della regione il sito di riproduzione.

Gli aironi guardabuoi (Bubulcus ibis), sono uccelli dall'aspetto elegante con un piumaggio bianco e caratteristici ciuffi di piume sulla testa e sul collo durante la stagione riproduttiva. Questi uccelli sono famosi per la loro abitudine di seguire gli animali che pascolano, come bovini e pecore, per catturare insetti e altri piccoli animali disturbati dalle attività di pascolo. Una relazione simbiotica affascinante, ma lo è ancor più il fatto che gli aironi guardabuoi hanno saputo adattarsi perfettamente alle innovazioni in agricoltura: da anni si possono osservare nelle campagne, mentre i trattori preparano il terreno per la coltivazione di cereali e leguminose, correre veloci verso l’aratro in cerca di roditori e lucertole messi in fuga dal vomere per poi allontanarsi in fretta e nascondersi tra le zolle.

La presenza di una colonia nidificante di aironi guardabuoi all'interno della riserva naturale regionale Lago di Penne sta già destando grande interesse nella comunità scientifica e tra gli appassionati di fauna selvatica, riferisce il Wwf: la colonia potrebbe offrire un'opportunità preziosa per studiare il comportamento di questi uccelli in un ambiente relativamente protetto e naturale e per saperne di più su abitudini alimentari, strategie di nidificazione e interazioni sociali. La scoperta sottolinea inoltre l'importanza delle riserve naturali e delle oasi come rifugi per la fauna selvatica. “Questi spazi offrono tutela a numerose specie che possono continuare a svolgere il proprio ruolo ecologico senza le pressioni dell'attività umana. Tra l’altro – conclude l'associazione - proteggendo specie emblematiche si salvaguarda l'intero ecosistema di cui noi stessi facciamo parte”

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