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Attualità Pineta Dannunziana

La proposta del comitato "Pescaratutela - Selfie" sulla riserva dannunziana: "Va ridenominata Parco D'Avalos"

La richiesta, con una lettera inviata al sindaco Carlo Masci, è stata avanzata dal presidente del comitato Licio Di Biase

Il presidente del comitato "Pescaratutela - Selfie" Licio Di Biase ha inviato una lettera aperta al sindaco Carlo Masci, in merito alla questione della denominazione della riserva dannunziana, a seguito della possibile acquisizione da parte dell'ente comunale del comparto ex galoppatoio. Secondo Di Biase, questa potrebbe essere l'occasione per restituire il nome corretto all'area verde, passando da "riserva dannunziana" a "Parco d'Avalos", da sempre legato alla famiglia D'Avalos e lasciando agli altri comparti il nome pineta o riserva dannunziana. Si tratta del comparto che costeggia via D'Avalos e il presidente Di Biase ha aggiunto:

"Mariano Marrone, un grande studioso, ha pubblicato nell’ottobre 2019 un libro dedicato ai d’Avalos compiendo un atto riparatore della comunità locale, da sempre distratta dalle proprie vicende storiche, anche le più importanti e
coinvolgenti. E da questa pubblicazione si pone con forza l’eclatante disattenzione nella denominazione della Pineta di Pescara. Da sempre “Parco d’Avalos”, ma da qualche decennio, appunto, inopinatamente denominato “Pineta dannunziana”, forse più affascinante per la pubblicistica e per l’opinione pubblica, ma sicuramente un “assassinio” di pagine di storia.

Questo casato, nel bene e nel male, è stato protagonista per quattro secoli delle vicende del nostro territorio. Famiglia di origine spagnola, messasi nel 1400 al seguito del re Alfonso V, partecipò all’estensione del dominio aragonese dalla Sicilia al Regno di Napoli. Da allora la storia di questa famiglia diventa anche quella del nostro Abruzzo. I titoli nobiliari sono eloquenti: Marchese del Vasto, Marchese di Pescara, Principe di Francavilla e altri legati a questo territorio."

Grazie al lavoro di Marrone, aggiunge Di Biase, è stato possibile risalire all'albero genealogico della famiglia D'Avalos che conferma la loro presenza per quattro secoli sul nostro territorio controllando unt erritorio aspro, con una costa aperta e vulnerabile alle incursioni, con il confine del Tronto che Vittorio Emanuele II riuscì a superare solo nell’ottobre del 1860:

"Ma a quel tempo la famiglia aveva ormai perso l’importanza e la centralità del passato. Questo lavoro, inoltre, ci permette di sollevare una questione importante, ovvero l’attenzione che le classi dirigenti che governano oggi il nostro territorio devono porre alla conoscenza della nostra storia, verso cui Lei ha mostrato e mostra grande attenzione e sensibilità."

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