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Movida in piazza Muzii, le associazioni di categoria presentano le osservazioni al contestato piano di risanamento acustico

L'auspicio di Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato e Cna è che ci si possa tornare a sedere ad un tavolo e migliorare il documento che gli esercenti della zona hanno già portato davanti al Tar: ecco cosa chiedono

Il piano di risanamento acustico è ormai oggetto di iter giudiziario dato che oltre una ventina di esercenti del cosiddetto quadrialatero della movida di piazza Muzii hanno già presentato ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale), ma nel frattempo a livello istituzionale le associazioni che vi si sono sempre opposte e cioè Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti vanno avanti con la loro battaglia e presentano all'amministrazione, così come previsto dall'iter, le loro osservazioni perché il tanto contestato documento possa essere migliorato. 

Prima osservazione quella in merito al fatto che il piano di risanamento non affronterebbe il tema delle attività di verifica dell'impatto acustico. “Non vengono indicati – denunciano - i criteri di verifica durante l'esercizio dell'attività, la titolarità dei relativi controlli, e qualsivoglia ulteriore informazione in proposito, tale parte è del tutto inapplicabile e quindi andrà abrogata”. Per quanto riguarda poi i criteri di non ammissibilità di nuove attività e le caratteristiche dimensionali minime, le associazioni precisano che non possono essere applicati alle volture di pubblici esercizi già presenti alla data dell'approvazione del piano e che in futuro potrebbero essere a diverso titolo cedute a terzi.

Sebbene deroghe siano state previste dal piano per gli eventi cui il Comune lo consentirà, le associazioni nelle loro osservazioni chiedono di integrare il piano con la possibilità di programmare, nei mesi di giugno, luglio e agosto e nel periodo natalizio due eventi in deroga con limite orario massimo fissato per le ore 23.

Tra le richieste anche quella di cancellare la parte in cui si prevede che siano gli esercenti a doversi occupare di raccogliere il vuoto a rendere e cioè bicchieri o contenitori e tutto ciò che ha a che fare con il consumo, in tutta l'area. Stessa cosa per quanto riguarda il controllo della correttezza delle procedure antirumore che dovrebbe essere in capo ad altri senza dimenticare, questa un'altra osservazione, che non possono essere loro a dover sensibilizzare i clienti a non farne troppo.“Non sono mansioni previste nel contratto del turismo applicato ai dipendenti locali e vanno per questo cancellate”, hanno sempre sostenuto.

Altro tema quello degli orari di chiusura perché “è inefficace l'imposizione di orari di chiusura con atto regolamentare”. Quindi la sperimentazione dei teli fonoassorbenti che possono sì essere utilizzati dice il piano, ma su cui non si precisa a carico di chi dovrebbe essere la spesa e questa, chiedevano ancora Cna, Confcommercio, Confartigianato e Confesercenti “è da intendersi a cura e spese del Comune per garantire il decoro, l'estetica e l'uniformità delle eventuali installazioni in tutte le aree interessate”.

“Con le nostre osservazioni – dichiarano congiuntamente i presidenti Giancarlo Di Blasio (Confartigianato), Riccardo Padovano (Confcommercio), Marina Dolci (Confesercenti) e Cristian Odoardi (Cna) - vogliamo garantire il rispetto delle regole anche all'interno di una pianificazione che siamo di fatto costretti ad accettare e che, ne siamo convinti da tempo, non ristabilirà un sereno equilibrio in quella zona, perché non è frutto di quel tavolo i confronto, di quella condivisione che noi come categorie abbiamo sempre auspicato”.

Il ricorso al Tar degli esercenti intanto va avanti perché, come aveva spiegato l'avvocato Andrea Lucchi, non farlo sarebbe stato comunque impossibile al di là dell'eventuale esito. Per poter eventualmente impugnare decisioni successive allo stesso, ma ad esso legate infatti, senza quell'impugnazione non vi sarebbe alcun margine di azione.

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