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Ordinanza di sgombero per parte dell'edificio di via Gran Sasso dove è stato ucciso un bengalese

Le ragioni sono di natura igienico-sanitaria: è la seconda ordinanza firmata dal sindaco Carlo Masci, ma non tutte le richieste di risanamento sono state soddisfatte e così entro cinque giorni dalla notifica dell'atto si dovrà procedere allo svuotamento delle aree indicate: "Non si può vivere in quelle condizioni, se non lo farà chi deve lo farà il Comune addebitando le spese"

Entro cinque giorni dovrà essere sgomberato parte dell'edificio di via Gran Sasso 17, lo stesso dove il 4 gennaio è stato ucciso nel cortile dello stabile un bengalese di 44 anni. Il sindaco Carlo Masci ha firmato l'ordinanza, la seconda in realtà, “contingibile e urgente per condizioni igienico-sanitarie precarie”.

“Una serie di sopralluoghi eseguiti da Comune e Asl, poi una prima ordinanza nel 2023 non ottemperata e ora una seconda ordinanza, per lo sgombero parziale – spiega lo stesso sindaco Carlo Masci -. Resta alta l'attenzione del Comune sull'edificio situato in via Gran Sasso numero 17, risultato privo dei requisiti di abitabilità”.

I locali interessati all'ordinanza sono quelli del terzo piano (il sottotetto), del lato destro del piano terra e del piano rialzato, ovvero un vano accatastato come deposito, ma attualmente abitato. In base a quanto accertato e stando a quanto si legge nell'ordinanza stessa (la numero 5 del 17 gennaio), gli spazi sono “privi dei requisiti minimi di abitabilità e sono tali da creare disagio abitativo”.

Ambienti in cui, prosegue l'atto, sono state ravvisate “gravi carenze relative all'uso improprio di spazi, assenza di aperture finestrate con mancato rispetto dei rapporti aeroilluminanti, metrature e altezze insufficienti e, pertanto, sono da considerarsi non utilizzabili per civili abitazioni”. Lo sgombero, come anticipato, dovrà essere fatto entro cinque giorni dalla notifica dell'ordinanza e vuoti dovranno rimanere, specifica l'ordinanza “fino alla risoluzione delle gravissime condizioni igieniche attualmente presenti”.

Non è il primo intervento del Comune su questo edificio, ricorda il sindaco sottolineando i sopralluoghi effettuati nell'edificio che hanno fatto emergere problematiche di natura igienico-sanitaria. Già a settembre 2023 è stata emessa una prima ordinanza comunale: un provvedimento dirigenziale (numero 741 del 29 settembre 2023) con il quale si ordinava la bonifica delle palazzine ai civici 15 e 17, “finalizzata a salvaguardare la salubrità e l’igiene ambientale tramite il rispetto delle prescrizioni impartite dalla Asl di Pescara, a mezzo di interventi di riordino, manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre che richiamo agli occupanti sulla corretta applicazione delle buone norme di civile convivenza, di nettezza e di decoro”.

Per l'esecuzione delle operazioni era stato imposto un termine di 30 giorni dalla notifica dell'ordinanza ma il 21 dicembre 2023 un sopralluogo del dipartimento di prevenzione della Asl, con l'ufficio tecnico del comune e la polizia locale, ha fatto emergere che sono stati eseguiti solo alcuni interventi mentre altre carenze igienico sanitarie non risultavano sanate per cui è stata ribadita la necessità di provvedere allo sgombero, ora imposto con l'ordinanza del sindaco.

“Non è ammissibile vivere in condizioni igienico sanitarie precarie che sono sinonimo di degrado, per gli inquilini e che possono provocare anche problemi di salute. È nostro dovere monitorare le situazioni a rischio e intervenire, come abbiamo fatto. L'auspicio – dichiara il sindaco - è che i lavori di risanamento vengano effettuati rapidamente nell'edificio, già teatro di un tragico fatto di sangue ai danni di un cittadino straniero. Nel caso in cui la proprietà non dovesse provvedere siamo pronti a farlo noi per poi addebitare le spese”.

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