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Domenica, 28 Aprile 2024
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Dopo la strage nel cantiere di Firenze i sindacati abruzzesi annunciano lo sciopero: "Basta contare i morti"

Mercoledì 21 febbraio iniziative di mobilitazione in cantieri e azienda di tutta la regione per chiedere al governo un cambio decisivo nelle politiche a tutela dei lavoratori: "La sicurezza torni ad essere una priorità"

Le quattro morti avvenute a Firenze a seguito del crollo del cantiere di un supermercato con un disperso e tra i deceduti un abruzzese, i sindacati della regione proclamano per mercoledì 21 febbraio due ore di sciopero con iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione al tema della sicurezza in cantieri e aziende di tutto il territorio.

Sicurezza che può esserci solo, affermano in una nota congiunta Cgil, Uil, Feneal Uil, Fillea Cgil, Fiom Cgil, Uilm Uil, se ci sarà “un radicale cambiamento alle politiche di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, cancellando il ricorso ai subappalti a cascata, prevedendo maggiori controlli nelle filiere, eliminando il ricorso ad appalti al massimo ribasso e garantendo a tutti condizioni di lavoro dignitose. Il lavoro e la sicurezza devono tornare al centro del dibattito politico e il governo ha il dovere di trovare soluzioni concrete”.

“Quella dei morti sul lavoro rappresenta una strage senza fine che ogni anno conta più di 1000 morti: una situazione indegna di un Paese civile – denunciano le sigle -. Quanto avvenuto a Firenze e negli altri incidenti sul lavoro non è dovuto alla fatalità ma è frutto di responsabilità precise: la modifica del codice degli appalti che ha introdotto il subappalto a cascata, la mancanza strutturale di controlli ispettivi, la non applicazione dei contratti nazionali del settore di riferimento, la mancanza di una legge che introduca la patente a punti per le aziende”.

“È necessario – continuano i sindacati - che il governo faccia un decreto che porti le tutele degli articoli 41 e 119 del Codice degli appalti pubblici anche nei cantieri privati sopra i 500 mila euro, che si prevedano tutte le tutele in fase di esecuzioni dei lavori, dall’applicazione del contratto nazionale del lavoro di riferimento al divieto del massimo ribasso sui costi della manodopera e della sicurezza”.

Tante e prioritarie dunque le ragioni che hanno portato alla decisione di proclamare lo sciopero. “Non vogliamo più contare i morti. Sono urgenti risposte forti e un cambiamento radicale. Basta morti sul lavoro”, concludono. Il presidio regionale si terrà a partire dalle 10.30 dvanti alla prefettura di Teramo.

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