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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La denuncia della Fisac/Cgil: "In Abruzzo in sei comuni su dieci manca almeno uno sportello bancario"

Luca Cosperini, segretario regionale Fisac/Cgil parla di una situazione pesante in Abruzzo e in Molise per la mancanza di sportelli bancari soprattutto nei piccoli centri

Situazione critica in Abruzzo e in Molise per la mancanza di sportelli bancari sul territorio, soprattutto nei piccoli comuni. A dirlo Luca Cosperini, segretario regionale Fisac/Cgil a seguito della relazione annuale della Banca d'Italia sulla presenza di sportelli sul territorio nazionale, con circa 6 comuni su 10 che in Abruzzo non hanno almeno una filiale di banca, con punte nell'Aquilano di 3 comuni su 4.

"La percentuale di filiali chiuse in Abruzzo negli ultimi 5 anni è di poco superiore alla media nazionale (26,9% contro 23,3%). Guardando invece il calo di dipendenti, si rileva una percentuale tripla rispetto al dato nazionale (22, 1% contro 7,7%). Come possiamo interpretare questi numeri? Sono due le motivazioni di questo dato. La prima è il definitivo smantellamento di quello che resta delle vecchie direzioni generali delle banche storiche che avevano sede in Abruzzo. Nel resto d'Italia si chiudono prevalentemente le piccole filiali, quasi sempre poste in centri meno popolosi. Gli sportelli di piccole dimensioni sono stati chiusi negli anni scorsi, quindi adesso le chiusure interessano filiali più importanti e con organico più numeroso. E questo rende il dato ancor più preoccupante, soprattutto considerando che l'andamento delle chiusure non accenna a diminuire: nei primi 3 mesi del 2023 (quindi successivamente ai dati che riportiamo) sono state chiuse già 12 filiali in Abruzzo."

Secondo il sindacato, i dati delle banche che dimostrerebbero come la mancata presenza fisica non comporta una minore assistenza a cittadini e imprese sono smentiti da uno studio Fisac ​​Cgil:

"Andando a esaminare il totale degli affidamenti accordati, si rileva un calo del 3,6% dell'ammontare complessivo in Italia negli ultimi 5 anni, concentrato essenzialmente negli anni della pandemia. In Abruzzo il calo è del 10,1%, percentuale quasi tripla rispetto al dato nazionale: andamento che ricalca quello del calo degli occupati in regione nell'ultimo quinquennio. Ed è un andamento che, curiosamente, riscontriamo in un altro dato: secondo l'economista Aldo Ronci, nel primo trimestre 2023 le imprese artigiane in Abruzzo sono diminuite dello 0,36%, contro una media nazionale dello 0,12%: ancora una volta riscontriamo una percentuale tripla rispetto all'andamento nazionale.

L'abbandono dei territori da parte delle banche contribuisce in modo pesante all'impoverimento delle zone interessate. Oltre a escludere dai servizi un'importante quota della popolazione, comporta anche difficoltà di accesso al credito per famiglie e piccole imprese. Un vuoto nel quale riesce facilmente a inserirsi l'usura. Si tratta di un problema con forti implicazioni sociali, del quale purtroppo la politica sembra disinteressarsi totalmente."

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