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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Le riflessioni del biologo Damiani sulla pineta dannunziana: "In 50 anni il suolo si è desertificato"

Il biologo Giovanni Damiani già direttore dell'Anpa ha messo a confronto una foto di circa 50 anni fa con una recente riguardante la pineta dannunziana

Il biologo ed ex direttore dell'Anpa Giovanni Damiani sul suo profilo Facebook ha postato alcune riflessioni riguardanti l'evoluzione della pineta dannunziana negli ultimi 20 anni. Damiani è partito dal confronto fra una foto recuperata di circa 50 anni fa con un'immagine di Google Earth recente:

"Ancora una cartolina di mezzo secolo fa, trovata mentre riordinavo le mie carte. Ritrae una parte della storica antica Pineta che, come potete vedere, è ricca di alberi (Pino d'Aleppo) e in altre zone conserva sottobosco ricco di specie rare e di alcuni endemismi. Qui vedete comunque un suolo vivo, coperto di erba.  Ho preso un'immagine da Google Earth per farvi  vedere lo stesso luogo com’è attualmente, dopo che dal 2000 è divenuta “Riserva Naturale” la cui gestione è affidata al comune: centinaia di alberi perduti, il suolo compattato dal calpestio incontrollato e dalle folle richiamate negli anni da eventi che l’hanno trasformata in una piazza d’armi.  Il suolo è desertificato. Non è solo un danno estetico ma una questione di sopravvivenza del bosco.

Intatti, gli alberi sono in comunicazione tra di loro soprattutto attraverso le radici connesse con le ife fungine, le cellule filamentose finissime dei funghi con cui assumono anche da centinaia di metri, acqua, nutrienti, microelementi indispensabili per la vita e si scambiano perfino “informazioni”, ad esempio, su attacchi di parassiti perché il bosco, nel suo complesso, possa reagire e difendersi producendo sostanze repellenti nei confronti degli assalitori.  Gli alberi cooperano tra di loro e sono “in rete” fra loro attraverso la vita nel suolo.  Un grammo di suolo può contenere fino a 600 milioni di batteri; un ettaro, nei primi 10 cm, può contenere più di una tonnellata di ife fungine (che ogni tanto producono quello che vediamo e chiamiamo “fungo”, il loro organo di riproduzione) altrettanto di artropodi, anellidi, collemboli, gasteropodi… che tutti insieme producono fertilità.  Per fare 10 cm di suolo vivo e fertile la natura impiega 2000 anni. Questi i danni. Questo il mio profondo, insanabile,  dispiacere. Queste le ragioni per il mio impegno per fermare i vandali e dare un futuro alla mia nipotina e ai suoi coetanei. Per dare un futuro a una natura che sta morendo, coi suoi endemismi e le specie minacciate, oramai rare, vulnerabili e in estinzione. Per dare possibilità di sopravvivenza alla bellezza."

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