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Violentò a Montesilvano l'ex compagna davanti alla figlia di 3 anni, condannato

Il 43enne era accusato di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni aggravate ai danni della convivente, una sua connazionale 35enne

Un uomo di 43 anni di Montesilvano, originario dei Caraibi, è stato condannato questa dal tribunale collegiale di Pescara, in primo grado, a 6 anni di reclusione. 
Il 43enne era accusato di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni aggravate ai danni della convivente, una sua connazionale 35enne.

Inoltre, sono cadute, con l'assoluzione decisa dal presidente Rossana Villani, le accuse di rapina per aver rubato con minacce e violenza alla compagna, due volte, il telefono.
Il pm Rosangela Di Stefano, nella sua requisitoria, aveva chiesto una condanna a 8 anni, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione o il minimo della pena.

Il tribunale collegiale è arrivato alla condanna dopo aver accertato che in diverse circostanze, nel periodo compreso tra il 19 ottobre 2014 e il 5 febbraio 2015, l’uomo perpetrò delle vere e proprie aggressioni a calci, pugni e morsi contro la compagna, causandole lesioni in diversi punti del corpo, con prognosi tra i 5 e i 10 giorni.

La donna, per paura, si era anche trasferita in un'altra casa, ma proseguì a subire le violenze e fu nuovamente minacciata di morte dall’ex convivente, il quale pretendeva che tornasse a vivere con lui.

Tra i fatti più gravi contestati al 43enne, ciò che si sarebbe verificato la notte del 28 ottobre 2014, quando dopo una prima aggressione l'uomo avrebbe inseguito la convivente nell'abitazione di un’amica nella quale si era rifugiata, a Montesilvano, obbligandola, di fronte alla figlia di soli tre anni, “a subire con violenza e minaccia atti sessuali contro la sua volontà”.

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