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Sfollati di via Lago di Borgiano, il comitato "Per una nuova Rancitelli": "Il Comune fa la voce grossa con i più deboli"

La Del Trecco ha infatti annunciato che chi degli sfollati di via Lago di Borgiano rifiuterà i nuovi alloggi proposti perderà la casa e per il comitato «quello che sta accadendo è davvero esilarante se non fosse invece drammatico»

«Il Comune di Pescara fa la voce grossa con i più deboli». 
A dirlo a chiare lettere è il comitato "Per una nuova Rancitelli" rispondendo all'assessore Isabella Del Trecco.

La Del Trecco ha infatti annunciato che chi degli sfollati di via Lago di Borgiano rifiuterà i nuovi alloggi proposti perderà la casa e per il comitato «quello che sta accadendo è davvero esilarante se non fosse invece drammatico».

Questa la ricostruzione della vicenda e la presa di posizione del comitato "Per una nuova Rancitelli":

«A una lettura superficiale sembrerebbe che l’assessore alle politiche della casa voglia applicare l’art 14 della legge regionale 96/96 alla lettera. "Si al diritto all’alloggio ma non diritto alla scelta". E fino a qui non ci sarebbe nessun problema. Peccato che il 4 luglio 2017 a seguito dello sgombero delle palazzine di via lago di Borgiano si sia venuta a creare una situazione d’emergenza con 84 famiglie (inizialmente) da riallocare a seguito dell’abbandono delle case per motivi legati alla loro stabilità strutturale. Le famiglie hanno subito trovato sistemazione in albergo o presso altri familiari e, successivamente, stando alla legge regionale (art 9 bis), sarebbero dovute essere riallocate presso nuovi alloggi disponibili secondo il criterio dell’anzianità dell’assegnazione. Ma non è andata così. Con la Delibera di Giunta 469/2017 la vecchia amministrazione ha introdotto nuovi criteri (in deroga alla legge regionale) per assegnare gli alloggi a queste famiglie quali la presenza di minori o invalidi nel nucleo familiare, la presenza di anziani ultra settantenni, ecc. E fino a qui sembrerebbe ancora tutto ragionevole data l’emergenza in atto. Ma durante i numerosi colloqui intercorsi per riassegnare gli alloggi disponibili secondo il nuovo ordine stabilito dalla delibera di giunta comunale, si è data la libertà di scelta dell’alloggio in cui andare a vivere e quindi la libertà di rinunciare agli alloggi proposti (perché troppo lontano dal luogo di lavoro o dalla scuola, perché in luoghi pericolosi, ecc). Altri hanno beneficiato del Cas trovando altri alloggi ed altri ancora sono rimasti in albergo in attesa. Nel mentre c’è stata la promessa agli sgomberati degli alloggi di via Tronto che dovrebbero essere pronti in parte nel 2020... Il calvario che dura da 2 anni è culminato con la delibera n. 657/2019 che ha eliminato i criteri posti dalla precedente delibera di giunta ripristinando l’applicazione dell’art. 9 bis. Veniamo quindi alle dichiarazioni dell’assessore che oggi vorrebbe assegnare gli alloggi che saranno liberati con gli sgomberi realizzati con i 400 mila euro della regione ai 26 nuclei familiari residui senza possibilità di rinunciare all’alloggio, dimenticando che fino all’altro ieri è stata data la possibilità alle altre 50 famiglie di farlo e che l’art. 14 comunque prevede l’ipotesi della rinuncia per gravi e giustificati motivi esponendo l’amministrazione ad un’infinità di ricorsi nel caso in cui dovessero essere pronunciate le decadenze per rinuncia ingiustificata».

«L’assessore», conclude il comitato "Per una nuova Rancitelli", «crede di poter ripristinare la legalità negli appartamenti che saranno sgomberati mettendoci dentro delle “brave persone” senza una progettualità di lungo periodo sulla riqualificazione di quei posti, facendo tutto sulla loro pelle! Perché devono rimetterci le 26 famiglie residue? Tanti anziani e famiglie con bambini minori che, stando a quanto detto, dovrebbero andare a vivere al ferro di cavallo, a via Rigopiano, a via caduti per il servizio ecc. luoghi in cui nessuno vuole abitare. E allora gli amministratori dovrebbero chiedersi perché nessuno vuole abitare là. Forse perché le amministrazioni di qualunque partito non sono mai riuscite a rendere quelle aree vivibili e libere dalla criminalità oramai radicata da anni in quei territori? Il Comune vuole fare il duro con i più deboli mentre si dovrebbe preoccupare di fare il duro con chi delinque iniziando ad applicare l’art. 34 in tema di decadenze ed iniziando a sgomberare chi ha delitto in passato e delinque tutt'ora».

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