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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Il Belvedere di Spoltore diventa largo Giulio Gaist

Lo spazio realizzato in adiacenza a via Dietro Le Mura, una piazzetta adibita alla circolazione pedonale e dotata di area giochi per i più piccoli, era rimasta finora sprovvista e indicata come "da denominare n.88" nella documentazione toponomastica

Il Belvedere di Spoltore diventa largo Giulio Gaist.
Lo spazio realizzato in adiacenza a via Dietro Le Mura, una piazzetta adibita alla circolazione pedonale e dotata di area giochi per i più piccoli, era rimasta finora sprovvista e indicata come "da denominare n.88" nella documentazione toponomastica.

Dopo la via dedicata a Peppino Impastato, Spoltore ha deciso di celebrare un personaggio illustre della medicina, sottolineando le origini della sue famiglia.

«Giulio Gaist è il luminare della medicina più stimato a Bologna dal dopoguerra», ricorda il presidente del consiglio comunale Lucio Matricciani, «considerato per un ventennio tra i primi neurochirurghi del mondo. A lui si devono alcune tra le invenzioni più importanti della moderna neurochirurgia: è legato alla nostra città per aver sposato Maria Antonietta Di Marzio, originaria di Spoltore e nipote del professor Quirino Di Marzio, luminare dell’Oftalmologia nato a Spoltore e per anni Direttore della clinica oculistica dell’Università di Bologna».

Gaist è scomparso nel 2007 a Pescara all'età di 82 anni: è stato primario di neurochirurgia per 25 anni all’ospedale Bellaria di Bologna. dove ha eseguito oltre 17 mila interventi. Il 5 luglio 1988, il presidente della repubblica Francesco Cossiga gli assegna l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce per meriti scientifici. Nel 1995 ottiene dal Comune di Bologna l’Archiginnasio d’oro, massimo riconoscimento cittadino, per la sua lunga attività medica e per aver contribuito alla nascita della neurochirurgia bolognese. Tra le motivazioni del riconoscimento, la città riconosce a Gaist straordinarie doti di moralità, umanità e dedizione; e uno stile esemplare nel rapporto con il proprio lavoro, con i pazienti e con i colleghi. Protagonista attivo della vita del capoluogo romagnolo, è stato anche uno dei cento soci della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

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