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Ammazzò il vicino di casa, ma non sarebbe stato in grado di intendere e volere

Secondo la perizia Roberto Mucciante era affetto da una patologia psichiatrica la mattina che uccise con 38 coltellate il vicino di casa Salvatore Russo

Roberto Mucciante, la mattina dello scorso 25 aprile, non sarebbe stato in grado di intendere e di volere quando ammazzò, con 38 coltellate, il vicino di casa, Salvatore Russo, 58enne.
L'efferato delitto avvenne a Pescara in un palazzo all'angolo tra via del Circuito e via Pian delle Mele.

A sostenere che il 51enne Mucciante, reo confesso e tratto in arresto la mattina stessa dell'omicidio, non fosse pienamente in sé è la perizia di Massimo Di Giannantonio, docente di Psichiatria alla facoltà di Medicina dell’Università D’Annunzio di Chieti-Pescara.

A incaricare il professore di eseguire la perizia psichiatrica è stato il gip (giudice per le indagini preliminari) del tribunale di Pescara, Antonella Di Carlo su richiesta del pm Valentina D'Agostino dopo l'istanza presentata lo scorso 17 maggio dagli avvocati dell'omicida Gianluigi Amoroso e Clara Di Sipio. Questo quanto accertato da Di Giannantonio: «Al momento del fatto era affetto da una patologia psichiatrica che ne ha compromesso grandemente la capacità di autodeterminarsi».

Mucciante è accusato dell’omicidio del vicino con l’aggravante dei futili motivi “e segnatamente perché disturbato dai rumori a suo dire provenienti dall’appartamento in uso alla parte offesa e ai suoi familiari”. 

Ad assistere la famiglia della vittima sono i legali Andrea Cocchini e Alessandro Dioguardi.
La perizia sarà discussa nel corso dell’incidente probatorio fissato per dopodomani, giovedì 6 dicembre.

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