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Arriva la perizia sugli alberi di viale Primo Vere: vanno tutelati e hanno un valore di oltre 900mila euro

A redigerla per conto di Italia Nostra, Archeoclub e l'associazione Ville e palazzi dannunziani l'agronomo Luigi Giannangelo che certifica nella sua relazione il valore ambientale, storico ed economico di quello che definisce un vero e proprio patrimonio

Gli alberi di viale Primo Vere non sono a rischio caduta, i pochi malati sono curabili senza necessità di spruzzare nulla nell'aria e, soprattutto, sono alberi centenari: un patrimonio del valore stimato di oltre 900mila euro, per la precisione 915mila 500 euro. La conclusione è che “vanno tutelati perché costituiscono un patrimonio arboreo di estremo valore economico e ambientale, sia per l'aspetto ecologico che paesaggistico-ornamentale da preservare il più a lungo possibile”.

A metterlo nero su bianco è l'agronomo Luigi Giannangelo incaricato dalle sezioni pescaresi di Italia Nostra e dell'Archeoclub e dall'associazione Ville e palazzi dannunziani di redigere una perizia sugli alberi presenti lungo il viale dove si sta portando avanti la riqualificazione, aspramente criticata, dell'amministrazione. Una perizia di cui, sottolinea Simona Barba (Italia Nostra) “si sono dovute far carico le associazioni e che invece doveva esser fatta dall'amministrazione, ma nell'incartamento del progetto – sottolinea come già riferito dal capogruppo Pd Piero Giampietro – non esiste alcuna perizia agronomica. Stiamo facendo quello che erano tenuti a fare loro”. Se c'è una cosa assurda, aggiunge a nome delle associazioni, è che “stanno portando avanti un progetto da un milione e centomila euro distruggendo un patrimonio pubblico da 800mia euro”.

Anche Giannangelo nella sua relazione evidenza come ci sarebbero delle carenze a cominciare dalla figura del tecnico agronomo esperto del Verde pubblico che deve esserci, ricorda ancora Barba, laddove si parla di aree sottoposte a vincolo. A finire nell'occhio del ciclone sono stati i tagli dei lecci e delle tamerici lungo il viale che costeggia il lungomare sud e la pineta dannunziana. Lavori che hanno spinto le associazioni a presentare anche un esposto ai carabinieri forestali.

Nella prima parte della perizia l'agronomo rileva come gli alberi siano in classe “A” secondo la scala Classificazione di propensione al cedimento (Cpc) e cioè a “rischio trascurabile”, il più basso di tutti. Si tratta quindi di alberi, questa la definizione della classificazione, che “al momento dell'indagine, non manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell'albero si sia ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a cinque anni”.

Per quanto concerne la valutazione economica fatta questa, spiega ancora Giannangelo, si basa su un metodo europeo definito “Metodo Svizzero”. Un metodo che, scrive nella relazione, “non si limita alla sola quantificazione del valore monetario di sostituzione di un albero abbattuto, ma con criterio scientifico determina la stima del valore ornamentale di un albero attraverso una serie di parametri: indice relativo alla specie e varietà; indice secondo il valore estetico e lo stato fitosanitario; indice secondo la localizzazione; indice secondo le dimensioni e spese sostenute per il reimpianto del nuovo soggetto”.

Per quanto concerne la cura degli alberi poi laddove ce ne sono alcuni attaccati dai parassiti, questi non sarebbero da abbattere a differenza di quanto già fatto, perché sarebbero guaribili con le cure enoterapiche e cioè con vere e proprie punture nel fusto, spiega Barba, per cui non si avrebbe necessità di spruzzare nulla nell'aria, sottolinea replicando al sindaco che anche su questo aveva fatto leva per spiegare il perché dei tagli decisi non solo in viale Primo Vere, ma anche in altre zone della città.

A conti fatti, prosegue il libero professionista incaricato della perizia, gli alberi di viale Primo Vere “costituiscono, unitamente all’intero verde urbano, un microambiente artificiale e precario che necessita di essere salvaguardato e sistematicamente restaurato per evitare facili conseguenze di degrado. Sarà pertanto necessario un monitoraggio annuale delle alberature, a opera di tecnici agronomi specializzati, ed ordinari interventi di manutenzione”.

L'agronomo chiede quindi che si istituisca la commissione per il verde prevista nel regolamento del Verde pubblico e privato del comune e mai costituitasi sottolineando anche che “durante i lavori di rimozione del marciapiede e del manto d’asfalto, il danneggiamento delle radici o dei tronchi, potrebbero essere fatali per la vita delle stesse piante. Fondamentale, in questa fase dei lavori, la presenza di un agronomo in cantiere”. Quindi una serie di raccomandazione cu come i lavori andrebbero eseguiti, ma anche in merito alle palme washingtonia che si intendono piantumare e che invece, scrive, andrebbero “evitate categoricamente”. In sostanza, la conferma per il professionista dopo i sopralluoghi fatti che quegli alberi vanno tutti conservati e tutelati.

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