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Aggressione a ex sindaco di Farindola in tribunale, il Comitato vittime Rigopiano si dissocia

Come spiegato all'Ansa Abruzzo Maria Perilli ha preso a pugni l'ex primo cittadino, imputato nel processo, dopo averlo visto allegro al bar

Il Comitato vittime di Rigopiano prende posizione e si dissocia dall'episodio di violenza avvenuto questa mattina nel tribunale di Pescara dove la madre di Stefano Feniello, una delle 29 persone morte, ha aggredito l'ex sindaco di Farindola, Massimiliano Giancaterino.
Come spiegato all'Ansa Abruzzo, Maria Perilli ha preso a pugni l'ex primo cittadino, imputato nel processo, dopo averlo visto allegro al bar del palazzo di giustizia.

In seguito a questo episodio l'udienza è stata rinviata al prossimo 25 ottobre.

Nel tardo pomeriggio, con una nota, il Comitato vittime di Rigopiano, ha espresso la propria contrarietà e ha preso le distanze dall'aggressione nei confronti di Giancaterino: 

«La verità e la giustizia vanno ricercate nelle aule dei tribunali con leggi regolamenti vigenti e comportamenti da cittadini facenti parte di uno Stato civile e democratico qualsiasi misura il dolore e la rabbia possono rappresentare. Non è facile sedere in un banco di tribunale e avere a pochi centimetri chi è chiamato a rispondere delle proprie responsabilità. Tuttavia la rabbia e il dolore, sentimenti seppur giustificati che ognuno dei parenti delle vittime nessuno escluso vive da 32 mesi, non possono e non devono sostituirsi ai giudici ed al nostro ordinamento giuridico. Per ottenere ciò che tutti ci prefissiamo sin dal 18 gennaio 2017, oltre che di una pura e sana razionalità, occorre anche una serenità di intenti e di collaborazione univoca tra le parti: familiari,legali e giudici affinché l’obiettivo primario si raggiunga per tutti, ma soprattutto per quei genitori anziani,stanchi e già provati dalla immane tragedia che vedono invece allontanarsi sempre di più l’alba della verità dai loro orizzonti di vita a causa di inutili rinvii e non per cavilli burocratici. Il far west e le vendette personali che non ci appartengono, non riporteranno mai in vita i nostri cari, anzi, genereranno solo altro inutile dolore al dolore già esistente di quelle mamme, papà, figli,fratelli e di quelle sorelle che soffrono il loro dramma in silenzio e lontano dai riflettori e dagli show televisivi. Come Comitato vittime di Rigopiano, ribadiamo ancora una volta i nostri concetti e i nostri obiettivi nell’assoluta legalità e nel rispetto delle parti, condanniamo e ci dissociamo fermamente da ogni forma di violenza, protesta, azione o dichiarazione fuori da questi principi ed ideali che da sempre ci contraddistinguono.
Per dovere di cronaca e per futura memoria, precisiamo nuovamente che nessun familiare facente parte del Comitato vittime Rigopiano o parente di esso è responsabile o minimamente coinvolto nei fatti occorsi nella mattinata odierna al Tribunale di Pescara e che hanno per forza di cose, causato il rinvio dell’udienza preliminare tanto attesa da molti familiari che per l’occasione erano giunti anche da altre località d’Italia pur di essere presenti».

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